Nella panoramica si vede anche il certificato del corso di taglio e cucito che ho fatto soprattutto per imparare a tenere il ditale, perchè mia mamma mi criticava sempre che cucivo senza: "una brava ricamatrice o sarta non può non usare il ditale"! Così ho deciso di fare questo corso nel lontano 1998 unendo l'utile al dilettevole: ho imparato a farmi una gonna e un paio di pantaloni. Da quella volta non ho più cucito abiti, ma uso perfettamente il ditale!!! E mi è venuta la mania di collezionare ditali vedendo la collezione della maestra. Così da quell'anno le mie ex colleghe, quando andavano in viaggio in giro per il mondo, me ne portavano uno: dalla Sardegna, da Firenze, dall'Egitto, dall'Olanda, dal Mar Rosso, da Parigi, da Lanzarote, da Korcula, dalla Turchia, dall'isola di Minorca, dalla Grecia e tanti altri, anche orientali, di cui non ricordo la provenienza perchè purtroppo non c'è scritto il nome. Ma non solo loro, anche mia figlia da Vienna, da Praga e da Sirmione, mia mamma da Lourdes, mia sorella dalla Francia, io da Padova (ho anche quello di S. Antonio) e da Udine. E ce ne sono anche di strani, con pupazzetti o animali sopra, a forma di boccale, di gufo, in vetro, in porcellana, in legno e in metallo. E ne ho anche due da uomo: cioè con il buco in alto (forse gli uomini hanno un modo diverso di tenere l'ago e quindi di pungersi!). I più belli e particolari li tengo nella vetrinetta (quella con lo specchio).
sabato 16 giugno 2007
Collezione ditali - thimbles.
Nella panoramica si vede anche il certificato del corso di taglio e cucito che ho fatto soprattutto per imparare a tenere il ditale, perchè mia mamma mi criticava sempre che cucivo senza: "una brava ricamatrice o sarta non può non usare il ditale"! Così ho deciso di fare questo corso nel lontano 1998 unendo l'utile al dilettevole: ho imparato a farmi una gonna e un paio di pantaloni. Da quella volta non ho più cucito abiti, ma uso perfettamente il ditale!!! E mi è venuta la mania di collezionare ditali vedendo la collezione della maestra. Così da quell'anno le mie ex colleghe, quando andavano in viaggio in giro per il mondo, me ne portavano uno: dalla Sardegna, da Firenze, dall'Egitto, dall'Olanda, dal Mar Rosso, da Parigi, da Lanzarote, da Korcula, dalla Turchia, dall'isola di Minorca, dalla Grecia e tanti altri, anche orientali, di cui non ricordo la provenienza perchè purtroppo non c'è scritto il nome. Ma non solo loro, anche mia figlia da Vienna, da Praga e da Sirmione, mia mamma da Lourdes, mia sorella dalla Francia, io da Padova (ho anche quello di S. Antonio) e da Udine. E ce ne sono anche di strani, con pupazzetti o animali sopra, a forma di boccale, di gufo, in vetro, in porcellana, in legno e in metallo. E ne ho anche due da uomo: cioè con il buco in alto (forse gli uomini hanno un modo diverso di tenere l'ago e quindi di pungersi!). I più belli e particolari li tengo nella vetrinetta (quella con lo specchio).
Rubriche:
Collezioni
Nessun commento:
Posta un commento